sabato 13 settembre 2014

Un esperimento da autentico Mastropipaio... Prima Fase !


Curiosi e appassionati fumatori di pipa con questo post proverò a descrivere il metodo casalingo per la preparazione della radica al fine di realizzare una pipa, procedimento che sto sperimentato personalmente. 


Nel mese di Agosto ho trascorso una settimana  in Toscana, è stata una bellissima vacanza. Questa regione ha un qualcosa di familiare che mi fa sempre sentire a casa, l'arte locale, il cibo, il paesaggio e la gente suscitano una genuinità autentica e cordiale che ti mette a tuo agio e ti invoglia a goderti ogni momento in totale felicità e spensieratezza.




Ho visitato diverse città Pisa, Volterra, Siena e passando per Grosseto ho fatto visita alla segheria di Girolamo Manno, il mio segantino di fiducia. 

Girolamo è una persona squisita ed un grande lavoratore che mi ha accolto mostrandomi accuratamente tutte la fasi di lavorazione della radica per ottenere le migliori placche e i migliori abbozzi. Mi ha spiegato come i cioccaioli cercano le zone da battere e come scelgono i ciocchi più adatti, come vengono conservati prima del taglio alla sega, come vengono bolliti e infine stagionati. 

Vedere dal vivo questo genere di operazioni è stato davvero emozionante, il profumo della radica mi ha accolto appena ho messo piede nel capannone, c'erano abbozzi, placche e ciocchi ovunque, il rumore delle seghe che tagliavano e diversi simpatici cagnolini che mi giravano tra i piedi. Spero proprio di tornarci il prima possibile!








Ho passato anche qualche giorno nella zona di Piombino e Populonia,  visitando posti davvero incantevoli. Queste zone sono ricchissime di radica di Erica, se ne parla anche nel famoso documentario "Mezzo Mondo Fuma in Italiano " del grande Giuseppe Bozzini. Proprio in queste zone infatti, passeggiando tra i boschi, ho trovato numerosi Ericeti.

Gli ericeti sono delle zone boschive in cui si trovano numerose piante di Erica Arborea, l'essenza con cui si realizzano le pipe. 

Gli arbusti erano dislocati piuttosto distanti tra loro, erano bassi e dal fusto contorto, la corteccia robusta e coperta di piccole e precise scaglie. I rami che andavano a intrecciarsi e sovrapporsi a causa della loro lunghezza erano coperti di aghi color verde smeraldo, alla base delle piante si intravedeva il ciocco che affiorava dalla terra che era molto rossa e pastosa.

Potrete capire e immaginare l'emozione e l'entusiasmo che mi hanno colto quando mi sono trovato li, c'erano arbusti di varie taglie, ce n'erano di enormi e di più piccoli ero euforico! 


Non ho resistito alla tentazione di provare a raccogliere un ciocco, ne avrei preso uno bello grosso ma non avendo a disposizione il famoso marrascure mi sono dovuto accontentare di un piccolo ciocchetto. 



Una volta individuata la pianta più adatta ho tagliato il piccolo fusto a circa 30 cm dal suolo, ho poi scavato per bene attorno al ciocco dissotterrandolo. Fatto ciò ho tagliato le radici che si formano sotto all'escrescenza e l'ho definitivamente estratto pulendolo poi per bene.
La tecnica di estrazione l'ho imparata guardando numerosi video, documentari ma sopratutto leggendo il libro Pipa Hobby di Aldo Pellissone, che ormai so praticamente a memoria.

Una volta estratto il ciocco l'ho avvolto in un paio di vecchi canovacci precedentemente inumiditi con dell'acqua, questo per mantenere il ciocco vivo ed evitare che si fessurasse. 
Il tutto l'ho poi conservato in un sacchetto di nylon fino al ritorno a casa. 


Una volta tornato a Vicenza, ho preparato l'occorrente per la famosa bollitura che serve ad estrarre il tannino dal ciocco per renderlo utilizzabile al fine di farne una pipa.
La bollitura è la fase più difficile, delicata e pericolosa, per la preparazione della placca per realizzare poi la pipa. Ho effettuato il procedimento il 19 Agosto 2014.

Come da manuale ho preparato due pentole, una più grande e una più piccola. La più grande per farci bollire il ciocco, la più piccola da usare come riserva di acqua bollente da sostituire a quella evaporata nella pentola più grande nel corso dell'ebollizione.




Preparate le pentole ho immerso il ciocco nella pentola più grande e ho portato l'acqua a ebollizione, entrambe le pentole sono state mantenute in ebollizione per 12 ore filate, senza interruzioni dalle 9 am alle 21 pm. 


Fatto curioso, già dopo un paio d'ore l'acqua era diventata nera come il carbone e piena di polvere rossastra simbolo che il tannino stava fuoriuscendo e la radica si stava purificando.
Una volta trascorse le 12 ore, si deve lasciare raffreddare l'acqua in modo naturale quindi senza estrarre il ciocco dalla pentola lo si lascia riposare per altre 12 ore in modo che l'acqua arrivi a temperatura ambiente e il ciocco non si spacchi per lo sbalzo termico.




Quando l'acqua della pentola si è raffreddata ho estratto il ciocco e l'ho subito preparato per la prima fase di asciugatura. 




Ho preparato una scatola di cartone con il fondo cosparso di uno spesso strato di segatura (di radica), ho adagiato il ciocco umido su di esso e l'ho a sua volta ricoperto di un altro spesso strato di segatura. 

L'utilizzo della segatura per coprire e avvolgere il ciocco umido è essenziale,  il legno si asciuga in modo più lento e uniforme poiché cede e si riprende l'umidità dalla segatura finché non si asciuga definitivamente o quasi.





La scatola è stata riposta in cantina, un ambiente a temperatura e umidità costante con poca luce. Dovrà stare in questo stato per ben 3 mesi cioè fino al 20 Novembre 2014 dopo di che verrà controllato, pulito e riposto nella zona di stagionatura per altri tre mesi ovvero fino al 20 Febbraio 2015, passati questi verrà ricontrollato e fatto riposare per almeno un anno cioè almeno fino al 20 Febbraio 2016. La pazienza è la virtù dei forti!




Questa esperienza da cioccaiolo, segantino e artigiano mi ha davvero entusiasmato, mi ha fatto capire quanto lavoro c'è dietro alla preparazione della radica, quanti fattori devono essere considerati e quante rigorose procedure si devono eseguire per ottenere poi un prodotto adatto alla lavorazione e alla realizzazione di una pipa.
Il lavoro del cioccaiolo è un lavoro duro, quello del segantino è un lavoro difficile inoltre c'è sempre meno gente che pratica questa professione. Si dice che i giovani non vogliono fare questo generi di lavori, troppo faticosi e troppo poco onerosi quindi mi chiedo come sarà in futuro? La radica diventerà costosissima? Non si utilizzerà più? Gli artigiani dovranno forse armarsi di marrascure e vagare per i boschi della Toscana, della Calabria, della Sicilia, della Liguria e della Sardegna in cerca dei ciocchi per far le pipe? 

Staremo a vedere... di una cosa però sono certo, finché ne avrò la possibilità continuerò a realizzare pipe, anche a costo di andare in cerca dei ciocchi e doverli preparare personalmente per la realizzazione della futura pipa. 

Non affermo questo per celebrarmi ma perché credo fermamente nella mia passione, in quello che faccio e in quello che penso. Credo che se qualcuno ci tiene veramente a qualcosa debba fare di tutto per tenerla in vita anche a costo di fare dei sacrifici.

Vi terrò aggiornati sulla preparazione del ciocco, appuntamento al prossimo 20 Novembre, speriamo bene !!!

12 commenti:

  1. Ciao,
    Stai dirigendoti alla "fonte" della pipa. Chi fa da se fa per tre!
    Attendendo che il tempo scorra,
    Cordialità
    Fr.oliver

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    1. Fr.Oliver, ti ringrazio!
      Per cercare di conoscere e comprendere fino in fondo qualcosa che ci piace dobbiamo viverla in tutte le sue sfaccettature no? Io sto cercando di farlo.
      Buone fumate e a presto!

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  2. Grande Giacomo!
    Post meraviglioso, letto tutto d'un fiato.
    Il tuo modo di interessarti, di andare a scavare alle "radici" denota uno spirito nobile fatto di sana e pura passione!
    Io sono sempre più convinto che tu sia il futuro della pipa o per lo meno parte di esso.
    Un abbraccio amico mio.
    La strada è quella giusta.

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    1. Grazie Nicola, si fa il possibile!
      Spero davvero di riuscire a cavare qualcosa di buono da quel piccolo ciocco, fare in modo che la fase di bollitura e stagionatura vada per il verso giusto e poi riuscire a realizzare una bella pipa sarebbe una soddisfazione incredibile!
      Ciao carissimo!

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    2. Sono certo che tutto andrà per il verso giusto. Ci stai mettendo il cuore e quando le cose si fanno così ci portano sempre e comunque ad un traguardo!
      Tienici aggiornati perchè la cosa si fa interessantissima!
      Un abbraccio!

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  3. Grande Giacomo!!! la prossima volta mi armo di marrascure, e vengo con te :-)

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  4. Enzo molto volentieri, sarà una piacevole avventura ;)!

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  5. E bravo Giacomino, complimenti bel reportage.

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  6. complimenti GIACOMO, e difficile trovare dei ragazzi giovani emozionarsi davanti a un pezzo di legno, io sono un fumatore di pipa da pochi anni ma riconosco che l'oggetto e sempre un capolavoro , il risultato dell'estro e fantasia del uomo , e sempre un emozione, sono curioso di vedere il risultato ciao.

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  7. Grazie William apprezzo molto il tuo commento!
    La pipa è la mia passione, il mio mondo, il mio pensiero felice, è diventata la "sana" mania che accompagna le mie giornate, i miei pensieri e le mie azioni :)!

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